“(…) castello di Riporso, impiantato sulla cima di un dosso collinare isolato sui fianchi da due rami del torrente di Longano, il fosso Inferno a nord e il fosso Richipone a Sud in posizione di controllo sulla valle del medesimo torrente. La prima menzione del sito, Erivorzam, è contenuta nel ben noto Catalogus Baronum…quando il castello era feudo di un certo Bartolomeo (…). Si tratta di una piccola fortificazione a pianta rettangolare circa 20x40 metri, orientata in senso nord-ovest / sud-est. (…) l’ingresso, abbattuto (…), doveva trovarsi sul lato nord-occidentale, dove si ergeva un torrione quadrangolare. Il fronte sud-orientale del recinto con andamento leggermente curvilineo e modesta scarpa, è difeso da due torrette semicircolari. La torre sud-orientale leggermente rastremanta verso l’alto, ha un’altezza di 4 metri e diametro esterno di circa 2,5 metri, mentre la torre sud-occidentale è crollata e rimane solo per circa 70 centimetri in alzato. Anche il versate nord occidentale doveva essere provvisto di due torrette angolari (…). Tutti i lati della fortificazione, eccetto quello sud-orientale, sono potenziati e rinforzati da un massiccio muro perimetrale a forte scarpa. Nell’angolo nord-occidentale del recinto si conserva la cisterna, un ambiente interrato a pianta rettangolare (10x4 metri). Le strutture murarie del lato sud-orientale dell’edificio, l’unico ancora leggibile integralmente, di spessore variabile tra 1 metro della base e 80 centimetri in cima, sono caratterizzate da una doppia cortina di blocchi lapidei di calcare legati con abbondante malta chiara; i blocchi, di medie dimensioni non sagomati, sono apparecchiati sui piani di posa orizzontali con inserzione di seppe sottili. Qui sono visibili su doppio livello alcune buche pontaie quadrangolari. Le due torri semicircolari si appoggiano alla scarpa del muro meridionale; nella torre sud-orientale questa posizione ‘a cavaliere’ del muro è molto evidente. Come è noto la torre cosiddetta ‘a cavaliere’ è presente in altri castelli del Molise (…). La cisterna nell’angolo nord-occidentale dell’edificio conserva intatta la copertura a botte costituita da blocchetti e zeppe sottili affogati obliquamente nella malta disposti con molta cura; all’interno l’ambiente reca parzialmente l’intonaco di rivestimento. Il recinto fortificato di Riporso, che come detto è attestato dalla seconda metà del XII secolo, risulta di estremo interesse perché non contaminato da superfetazioni successive all’abbandono (…). - [estratto da un articolo di Gabriella di Rocco - Vicepresid. SIPBC Molise – (Il Quotidiano del Molise – giovedì 21/10/10 – anno XIII – N.290)]
(…) d’altura e a controllo di un vasto territorio, si erge il castello di Riporso nel comune di Pettoranello di Molise.
Il Catalogus ci riferisce che il castrum Erivorzam è tenuto da Bartholomeus filius Giroldi insieme a Santa Giusta, San Vito e Sant’Agapito.
In merito a questo sito va subito chiarita la sua posizione altamente strategica rispetto al territorio sottostante ed in particolare al controllo dei tratturelli di congiungimento al tratturo Pescasseroli-Candela.
Situato ad una quota altimetrica di 550 m.s.l.m., l’insediamento si presenta in parte distrutto nell’alzato, tranne che nella parte sud-est dove si conserva una cinta muraria turrita, in cui si notano almeno due fasi edilizie.
In effetti il primo impianto difensivo costruito da una torre circolare, poggia direttamente sulla roccia, compresa la prima cinta muraria in fase con la stessa torre.
Unico esempio finora rilevato durante lo studio dei castra della provincia di Isernia è il fossato costruito a sud-est dell’insediamento, ottenuto scavando direttamente nel banco roccioso.
Per quanto riguarda i materiali da costruzione, l’utilizzo esclusivo della pietra calcarea rende la struttura molto solida ed imponente.
Pochi frammenti di tegole in terracotta sono state rinvenute durante la ricognizione topografica, inoltre va considerato che nella realizzazione delle coperture dei tetti spesso e volentieri venivano anche utilizzate le scandule in pietra calcarea, tradizione edilizia conservata ancora oggi nel Molise.
All’interno del castrum recenti lavori per la realizzazione di una strada hanno messo in luce una grossa cisterna per la raccolta dell’acqua.
Il Castello Riporso per tipologia insediativa rispecchia molto la tecnica edilizia normanna e la sua funzione militare.
Nel caso del feudo di Erivorzam lo storico canonico Vincenzo Ciarlanti sostiene che il nome del castello deriva dalla famiglia Ribursa, fedele a Corradino, coinvolto nella guerra contro Carlo I d’Angiò e che dopo la sua sconfitta perse ogni suo possedimento, tra cui il castello Riporso.
Il canonico riferisce che ai suoi tempi l’insediamento era ormai diruto.
Nell’ambito delle competenze territoriali difensive dei milites normanni è importante sottolineare come il sistema di fortificazioni del versante sud-est molisano era costituito dall’altro feudo di Pectorano, tenuto in demanio da Raul de Mulisio insieme a castello Petroso.
Non è un caso che un dei conti più in vista della nobiltà normanna detenga un feudo importante come quello di Pettoranello di Molise, centro a continuità di vita, cerniera di accesso al versante matesino attraverso la piana di Boiano, e sito di importanza strategica per la Contea del Molise.
Pettoranello di Molise riveste un ruolo primario nel controllo della viabilità d’accesso verso la Campania e la Puglia, costituita ad ovest dal tratturo Pescasseroli-Candela che attraversa interamente il suo territorio, e ad est dalla via romana proveniente da Isernia e diretta a Benevento.
La parte più alta del sito è occupata da ciò che resta di un castello, che ha subito nel tempo numerosi interventi edilizi.
Non esistono elementi di valutazione archeologica tali da poter attribuire una fase normanna al castello, ma il dato certo è che un insediamento fortificato continui a vivere nel tempo fino ai nostri giorni, trasformandosi continuamente, mentre nel caso di Riporso nello stesso comune di Pettoranello di Molise il castrum viene abbandonato e termina la sua funzione difensiva ed abitativa.
I sistemi fortificati normanni che rientrano nel territorio della provincia d’Isernia costituiscono un esempio di capillarità di torri e castelli che si collocano nella maggior parte ai confini della contea.
In effetti partendo dal limite occidentale della catena appenninica delle Mainarde, le fortificazioni si dispongono lungo una dorsale montuosa che costeggia i limiti regionali, formando quasi un cerchio difensivo dell’area.
Il limite meridionale del sistema difensivo è costituito dall castello di le Pentime, mentre già con il castello Riporso e Pectoranum si passa al controllo diretto della viabilità interna e di accesso all’area campana attraverso Boiano ed il Matese. (…) - [Estratto da: Insediamenti fortificati normanni tra abbandono e continuità di vita – Michele Raddi (2003)]
- Erivorzam e il Castello di Riporso